CUARTETO QUIROGA - Guida all'ascolto e note di sala

Teatro Verdi Trieste, Riva 3 Novembre 1, Trieste
Mercoledì 6 novembre 2019, ore 20:30

Gaetano Brunetti (Fano 1744 – Madrid 1798) - Quartetto in Si bem. Magg. L 185

Carl Maria von Weber (Eutin 1786 – Londra 1826) - Quintetto per clarinetto e archi in Si bem. Magg. op. 34

NOTE DI SALA

Gaetano Brunetti (Fano 1744 – Madrid 1798)

Quartetto in Si bem. Magg. L 185

  1. Allegro moderato
  2. Largo amoroso
  3. Prestissimo

Tra gli ultimi decenni del 1700 ed i primi anni del secolo successivo il quartetto d’archi assunse un ruolo sempre più importante nella produzione musicale spagnola. Secondo studi recenti sembrerebbe infatti che in quel periodo un nutrito numero di compositori spagnoli si fosse dedicato alla stesura di opere destinate a tale formazione, al fine di soddisfare la sempre crescente richiesta di materiale musicale da destinare ai concerti privati che avevano luogo nei salotti della ricca nobiltà e del ceto benestante. Tale produzione di origine iberica era inoltre affiancata da un consistente afflusso di opere di provenienza europea, prime fra tutte quelle di Franz Joseph Haydn, reso possibile dalla presenza, specialmente a Madrid, di una fitta rete di tipografie e rivenditori di libri. Non sorprende quindi che in un simile ed euforico contesto i compositori di corte dei reali di Spagna fossero attivi in prima linea per soddisfare le numerose richieste dei loro mecenati. Tra queste figure, delle quali facevano parte Boccherini, Canales e Almeida, figurava anche Gaetano Brunetti.  Il compositore italiano arrivò a Madrid nel 1762 e venne in seguito assunto dal re Carlo III come violinista nell’orchestra di corte e come precettore musicale del principe delle Asturie, futuro Carlo IV. Il sovrano si dimostrò un allievo di talento, divenendo negli anni un valente violinista, in grado di suonare la parte del primo violino nel quartetto di corte. Brunetti compose all’incirca una cinquantina di quartetti per il reale borbonico, rivelando una raffinata sensibilità per il genere ed elaborando uno stile di scrittura elegante, basato sulla pratica italiana e sulla suddivisione dei brani in tre movimenti. Il quartetto in Si bemolle maggiore L.185 fa parte della sua settima raccolta e venne realizzato intorno al 1785. Il primo movimento Allegro moderato si apre con tema raffinato esposto dal primo violino, capace di trasportare l’ascoltatore in un’elegante atmosfera cortigiana del passato. Gli altri strumenti svolgono un ruolo di costante accompagnamento, assecondando le danzanti evoluzioni del violino e dialogando con esso per giungere infine ad un’affermativa conclusione. La scrittura si fa più misteriosa e complessa nel secondo tempo Largo amoroso, dove una maggiore intensità espressiva viene raggiuta grazie ad un intreccio più serrato tra le varie parti e all’alternanza tra momenti distesi ed altri più drammatici che conducono il movimento al suo pacato epilogo. Il brano si chiude con un Prestissimo permeato da un ritmo incalzante, arricchito da numerose evoluzioni del violino, che instaura con gli altri strumenti un dialogo brillante e slanciato in grado di condurre il brano alla sua energica conclusione.

Albero Ginastera (Buenos Aires, 1916 – Ginevra 1983)

Quartetto n. 1 op. 20

  1. Allegro violento ed agitato
  2. Vivacissimo
  3. Calmo e poetico: Un poco meno mosso ed agitato; Tranquillo; Più lento; Molto tranquillo; Adagio
  4. Allegramente rustico

Come nel caso di Ludwig van Beethoven, la produzione musicale dell’autore di origini argentine Alberto Ginastera può essere suddivisa in tre periodi distinti. Tuttavia, al contrario del maestro di Bonn, l’autore nativo di Buenos Aires non dovette aspettare una classificazione formulata da studiosi e musicologi decidendo di propria iniziativa come definire le proprie opere. Ginastera infatti, contestualizzò il proprio lavoro in un primo periodo, definito come “nazionalismo oggettivo” e fortemente incentrato sull’utilizzo di materiali tematici provenienti dalla cultura popolare argentina, in particolare quella dei gauchos, i cosiddetti cowboy della pampa per poi passare ad una seconda fase, successiva ad un soggiorno di due anni negli Stati Uniti dove studiò composizione con Aaron Copland, nella quale i ritmi e le melodie a lui familiari vengono convogliate in uno stile più personale, nota come “nazionalismo soggettivo” per giungere infine ad uno stadio finale da lui chiamato “Neo-espressionismo” che vide lo svilupparsi di una scrittura più astratta e stimolante. Il suo primo lavoro per quartetto d’archi, risalente al 1948, fa parte del suo periodo intermedio e presenta una forte componente folkloristica, rivista però in chiave modernista. Il primo movimento Allegro violento ed agitato è spinto da ritmi feroci e graffianti di origine popolare, reinterpretati attraverso una tavolozza di colori dalle reminiscenze bartokiane. Il movimento seguente è uno scherzo Vivacissimo che si contrappone al carattere aggressivo del primo tempo grazie ad una costante tensione nervosa che funge da struttura portante per una miriade di effetti, trilli ed interazioni tra le singole parti. Il clima pare rasserenarsi nel movimento centrale Calmo e poetico, caratterizzato da un linguaggio più intimo e riflessivo, interrotto brevemente da una sezione centrale più tesa ed agitata, per poi far ritorno al colore iniziale. Il brano si chiude con un Allegramente rustico dai tratti popolari, in cui una tensione costante e rapidi cambi di tempo vengono convogliati in un trionfante e frenetico climax conclusivo.

Carl Maria von Weber (Eutin 1786 – Londra 1826)

Quintetto per clarinetto e archi in Si bem. Magg. op. 34

  1. Allegro
  2. Fantasia. Adagio ma non troppo
  3. Minuetto. Capriccio Presto
  4. Rondò. Allegro gioioso.

Nel 1810, a seguito di alcune vicissitudini legali, il compositore tedesco Carl Maria von Weber fu costretto a lasciare lo Stato di Württemberg per stabilirsi a Heidelberg e successivamente a Darmstadt. In questo periodo fece amicizia con diversi valenti musicisti fra cui il virtuoso del clarinetto Heinrich Baermann. Le incredibili capacità del concertista affascinarono moltissimo l’autore nativo di Eutin che scrisse per lui alcune tra le più importanti opere del repertorio clarinettistico quali il Gran duo concertante ed il Quintetto in si bemolle maggiore op. 34. La stesura dell’opera, iniziata nel 1811, richiese all’autore ben quattro anni di lavoro, portandola a compimento nel 1815. In questo lasso di tempo Weber ebbe l’occasione di esplorare al massimo le possibilità tecniche del clarinetto, date sia dall’incredibile talento di Baermann che dall’utilizzo, da parte di quest’ultimo, di uno strumento di ultima generazione Griessling & Schlott, dotato di dieci tasti che permettevano lo svolgersi di passaggi fino ad allora praticamente impossibili in maniera molto più agevole. Pur rispettando lo stile compositivo dell’epoca, che vedeva l’esaltazione della voce del solista all’interno della compagine cameristica, il compositore tedesco seppe raggiungere un grande equilibrio tra le parti del clarinetto e quelle degli archi, esaltando le possibilità virtuosistiche ed espressive di entrambe. Il primo movimento Allegro si apre con delicata introduzione che prelude ad uno sviluppo dinamico e danzante, inframmezzato da momenti più drammatici i quali raggiungono il loro apice nell’intricato finale che conduce il movimento alla sua affermativa conclusione. Segue poi una Fantasia. Adagio ma non troppo dove il suono del quartetto, sfruttato in maniera quasi orchestrale, sorregge la voce del clarinetto che intona un canto dai tratti operistici e dalla grande intensità emotiva. Il terzo movimento è un Minuetto. Capriccio Presto dal piglio brillante ed energico che prelude all’esuberante Rondò. Allegro gioioso finale, capace, grazie alla sua intensità ritmica incalzante, di donare al brano un’energica conclusione.

Jacopo Toso

Curiosando

1785: Wolfgang Amadeus Mozart completa la stesura del suo diciannovesimo quartetto in Do Magg. K 465 noto col nome di “Dissonanze” - Il fisico francese Charles Augustin de Coulomb pubblica le sue scoperte sulle leggi dell'elettrostatica, ed in particolare sulla cosiddetta forza di Coulomb.

1815: Ludwig van Beethoven compone le Sonate per violoncello N. 4 and 5, Op. 102 - Giunge a termine il Congresso di Vienna che aveva lo scopo di ripristinare l'Ancien régime dopo gli sconvolgimenti apportati dalla Rivoluzione francese e dalle guerre napoleoniche

1948: Entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana - Igor Stravinskij porta a termine la composizione della sua Messa