Note di sala e guida all'ascolto - Andrea Lucchesini

Teatro Verdi Trieste, Riva 3 Novembre 1, Trieste
Lunedì 2 dicembre 2019, ore 20:30

NOTE DI SALA

Franz Schubert  (Vienna 1797 – Vienna 1828)  - Tre pezzi D946 

I. Allegro assai. Andante 

II. Allegretto. L’istesso tempo 

III. Allegro

Composti sei mesi prima della morte di Schubert, i Tre pezzi in mi bemolle minore, mi bemolle maggiore e do maggiore devono la loro denominazione all’editore Rieter-Biedermann che li pubblicò nel 1868 in un’edizione curata da Johannes Brahms. Sull’intenzione che portò alla genesi della raccolta da parte di Schubert esistono opinioni contrastanti, e tra i vari esperti e musicologi si è discusso nel corso della storia sulla possibilità che il compositore viennese intendesse completare la selezione con un’ulteriore brano per poi intitolare l’opera 4 Improptus, similmente all’op. 90 e all’op. 142. Il primo dei tre brani è un Allegro assai. Andante che si apre nella scura tonalità di mi bemolle minore e presenta un carattere turbolento contrapposto ad una sezione centrale più lenta e liricamente espansiva nel modo maggiore. Il ritorno al tempestoso clima iniziale porta a termine il brano. Segue un secondo pezzo Allegretto. L’istesso tempo che presenta una struttura principale nello stile della barcarolle. La presenza di due episodi nel modo minore genera un senso di inquietudine e disorientamento che tuttavia si dipana nel ritorno al carattere iniziale. I Tre pezzi si concludono con un finale dove la calma evocata dalla solennità della sezione centrale si contrappone apertamente con la tensione sincopata e ritmica degli estremi del brano che conducono infine l’opera alla sua affermativa conclusione.

 

Johannes Brahms (Amburgo 1833 – Vienna 1897)  - Intermezzi op. 117 

I. Andante moderato 

II. Andante non troppo e con molto espressione 

III. Andante con moto

Dopo aver dedicato numerosi anni alla composizione di opere cameristiche e sinfoniche, da sempre fonte di ansiosa preoccupazione, Brahms sentì il bisogno di tornare alla sicurezza del suo strumento prediletto, il pianoforte, affidando alla tastiera le sue più intime e malinconiche riflessioni. L’ultimo ciclo di Klavierstücke, comprendente i brani dall’op. 116 all’op. 119, vide la luce in virtù di questa necessità. Nell’op. 117, composta assieme all’op.116 nel 1892 durante un soggiorno estivo presso la località di Ischl, un lirismo dalla grande intensità emotiva pervade i brani con toni chiaroscurali in grado di enfatizzare l’intimità e l’introspezione della scrittura posta in aperto contrasto con alcuni richiami all’impetuosità dello stile giovanile. Il primo intermezzo è un Andante moderato che prende ispirazione da una ninna nanna intitolata “Lady Anna Bothwell’s Lament” scritta dall’autore scozzese Thomas Percy. L’atmosfera intima e dolce evocata dai versi poetici viene magistralmente resa in musica dalla melodia, contestualizzata elegantemente nell’avvolgente registro centrale del pianoforte. Il secondo episodio presenta un’atmosfera più introspettiva e riflessiva espressa da un’elegante e malinconico primo tema, che, sostenuto da numerosi arpeggi, affiora in maniera appena percettibile. Il rimando allo schema classico della forma sonata appare evidente nella comparsa di una seconda figura tematica dal carattere cantabile cui segue un breve sviluppo che porta infine ad una coda conclusiva. L’ultimo brano dell’op. 117, definito dall’autore: “la berceuse dei miei tormenti” è un Andante con moto, in forma di marcia che richiama atmosfere misteriose. Ad un primo episodio in minore si contrappone una sezione centrale Più moto ed espressivo in maggiore dal carattere a tratti tormentato, a tratti onirico, che fa infine ritorno all’idea iniziale, enfatizzata da un colore crepuscolare e malinconico che conduce l’opera alla sua sommessa e rassegnata conclusione.

 

Robert Schumann (Zwickau 1810 – Bonn 1856) -Fantasia in do maggiore per pianoforte op. 17 

I. Durchaus phantastisch und leidenschaftlich vorzutragen 

II. Massig. Durchaus energisch 

III. Langsam getragen. Durchwegleise zu halten

Quando nel 1835, Robert Schumann venne raggiunto dall’invito di Franz Liszt di partecipare alla raccolta di fondi da destinare alla costruzione di un monumento in memoria di Ludwig van Beethoven, vi aderì con entusiasmo proponendosi di realizzare una maestosa sonata per pianoforte. La scelta di tale forma non era un caso; l’intento di Schumann era infatti quello di ispirarsi ai grandi modelli classici, apportando alcuni elementi di novità, nell’intento di creare un collegamento ideale con le grandi sonate beethoveniane. La stesura dell’opera ebbe inizio nel 1836 e venne terminata solamente nel 1839 arricchendosi di una quantità di significati emotivi che andavano ben oltre un ideale omaggio al maestro di Bonn. In quel periodo infatti la distanza forzata dall’amata Clara, a causa dell’opposizione del padre di quest’ultima alle loro nozze, fu un motivo di grande turbamento per il compositore di Zwickau che in una lettera inviata alla donna così scriveva:” Il primo tempo è davvero quanto di più appassionato abbia mai scritto: un profondo lamento per te ”:. Il brano venne infine pubblicato con il titolo di Fantasia e dedicata a Liszt. Nonostante le ascendenze classiche, nell’op. 17 troviamo spunti e contenuti espressivi del tutto nuovi, che contribuiscono a rendere il componimento più attuale. L’indicazione posta in apertura del primo movimento, “Da suonarsi interamente in modo fantastico e appassionato”, denota la grande intensità emotiva presente nell’opera. L’intero brano è un gioco infinito di contrasti che sembrano definire il preciso intento del discorso musicale di liberarsi dalle costrizioni di un schema rigido, al fine di raggiungere la massima libertà espressiva. Al primo movimento segue una marcia maestosa che presenta una sezione centrale dal carattere più lirico e una conclusione arricchita da una coda molto impegnativa. Un finale conclusivo permeato da sonorità più lievi, si pone come sintesi ideale tra il vecchio modello e il nuovo conducendo il brano alla sua nobile conclusione.

Jacopo Toso

Curiosando

1828

  • Franz Schubert compone il suo trio per pianoforte n. 1 in si bemolle maggiore, op. 99, D. 898
  • Friedrich Wöhler sintetizza per la prima volta un composto organico, l'urea, a partire da composti minerali 

1892:

1836