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Alexander Berne

Fiati e Live electronics

Teatro Verdi Trieste, Riva 3 Novembre 1, Trieste
Lunedì 11 ottobre 2021, ore 20:30

Il concerto, per i Soci, è compreso nell'Abbonamento alla 89 Stagione Concertistica 2020-2021.
É eccezionalmente aperto anche ai non Soci.

Prevendite disponibili online sul circuito Vivaticket: clicca qui

 

BIGLIETTERIA SDC - TEATRO LIRICO "G. VERDI"

  • Lunedì 27 settembre: 19.30 - 20.15
     

INFORMAZIONI PER ACCEDERE AL CONCERTO

Per poter accedere al concerto al Teatro Lirico "G. Verdi" è obbligatorio presentare all'entrata il Green Pass e indossare sempre la mascherina solo di tipo FFp2 FFp3.

 

Intero € 28,00
Ridotto € 19,00
Ridotto giovani - Under 27 € 5,00

Intero € 23,00
Ridotto € 16,00
Ridotto giovani - Under 27 € 5,00

Intero € 23,00
Ridotto € 16,00
Ridotto giovani - Under 27 € 5,00

Intero € 19,00
Ridotto € 13,00
Ridotto giovani - Under 27 € 5,00

Intero € 18,00
Ridotto € 12,00
Ridotto giovani - Under 27 € 5,00

Intero € 14,00
Ridotto € 9,00
Ridotto giovani - Under 27 € 5,00

Programma

A different  perspective on sounds: breathin', moving'... 

Biografia

I was originally invited by my dear friend Maestro Derek Han to bring an improvisation-based ensemble from New York to his concert series for Società dei Concerti in Trieste.
When the pandemic took hold, it seemed that it would be more practical to come as a solo artist for the planned concert on December 7th, 2020.

Over several months in the fall of 2020 I developed certain live performance techniques to build spontaneous compositions in real-time, predominantly with wind instruments.  

For me personally, and in the midst of a respiratory pandemic, I focused on the connections between SOUND... MIND... BREATHING and titled the performance: Breathing Techniques: new meditative works from quarantine

The concert was not to be in December 2020. And… and we lost Maestro Han to the pandemic in April 2021.

I dedicate these sounds to him, and more breaths in my daily life to what he often spoke of, the Universal Divinity in Music.

                                                                                                                                                             Alexander Berne

 

 

Less straight-laced Western composer than global shaman, Berne's incantations and lamentations seep into one's innermost self and alter it as dramatically as a peyote-influenced dreamstate (...) presenting polyphonic musical content that's so ravishing.
His is truly a world music in that there's a primal and unadulterated quality to the material that would enable it to speak directly to any listener, regardless of ethnicity or geographic locale.
Berne's that rare artist who can integrate lyricism, spirituality, and prodigious technical command into a single package, and his intricately woven lamentations constitute a potent sound-world that's regrettably too seldom encountered. [cited from Textura.org]

 

* * * * * 

Alexander Berne, nato e cresciuto umanamente ed artisticamente in NYC, è un compositore, esecutore, artista multidisciplinare e produttore che ha in sostanza creato la sua stessa forma di arte, più o meno come avrebbe potuto fare un vero “Uomo del Rinascimento”. Musicista d’alto profilo ha cominciato la sua carriera come sassofonista in ambito jazz, insegnando per un breve periodo allo Stanford University Jazz Workshop accanto ad artisti del calibro di Joe Henderson and Stan Getz. Si è poi spostato in Belgio, dove si è dedicato all’attività di solista al sassofono, prima di decidere che l’Italia diventasse la sua seconda casa: e qui ha difatti prodotto il lungometraggio “The Last Supper” (girato nel Cenacolo leonardesco) con il regista Armondo Linus Acosta.

La sua musica è fascinosa benché complessa da categorizzare: può far pensare a Brian Eno o Jon Hassell con qualche deviazione verso il figurativismo di Philip Glass, senza per questo dimenticare Jon Gibson e Dickie Landry. Vien da chiedersi che genere di musica componga, alla fine: Minimalista, New Age, Ambient? Forse ognuna di queste categorie si adatta al suo lavoro creativo. Ciò che conta è che la sua arte sonora è efficace tanto come musica di sfondo, da ascoltare inconsapevolmente, quanto come creazione da seguire con attenzione, senza distrarsi, per seguirne i timbri cangianti, le densità ed i giochi armonici.

Esecutore e regista del suono di sé stesso allo stesso tempo, Berne suona il sassofono soprano, il saduk (uno strumento di sua invenzione, sorta d’incrocio fra un sassofono e il duduk armeno, dall’inaudito, caldo, legnoso timbro), il sadukini (un saduk “dalla funzionale forma conica”), il tridulàfono (un ibrido tra ancia e flauto) ed una tromba piccola a coulisse. La sua musica gioca spesso con piccole variazioni di altezza del suono, in modo da rendere più pieno e profondo l’effetto incantatorio del decorso melodico, perché questo coinvolga l’ampliamento progressivo d’un movimento estatico delle sonorità risultanti.
Tanto che, alla fine, la sua musica – pur coinvolgendo un singolo strumento per volta – difficilmente si presenta all’ascolto semplicemente mono-dimensionale. [Pierpaolo Zurlo]