Note di sala e guida all'ascolto - EMMANUEL TJEKNAVORIAN E AARON PILSAN

Teatro Verdi Trieste, Riva 3 Novembre 1, Trieste
Lunedì 13 gennaio 2020, ore 20:30

NOTE DI SALA

Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 -  Vienna 1827)

Sonata n.5 in Fa maggiore op. 24 “Primavera”

  1. Allegro
  2. Adagio molto espressivo 
  3. Scherzo. Allegro molto
  4. Rondò. Allegro ma non troppo

La quinta Sonata per violino e pianoforte in Fa maggiore op. 24 composta da Ludwig Van Beethoven, ebbe, come altre opere del maestro di Bonn, una curiosa storia editoriale. L’editore Mollo di Vienna, che ne curò la pubblicazione, fece infatti uscire una prima edizione dell’opera nell’ottobre del 1801 accanto alla Sonata in la minore contrassegnandole entrambe come op.23. Successivamente nel 1802, per rimediare all’errore, curò una ristampa separata catalogando la sonata come op. 24 e dandole il titolo con il quale oggi la conosciamo tutti: “La Primavera”. 
In questa sonata appaiono evidenti l’evoluzione e la sperimentazione ricercate dall’autore nel raggiungimento di un maggior equilibrio tra le parti. Il violino infatti, non si trova più subordinato rispetto alla tastiera nella scena musicale ma al contrario ne diviene parimenti protagonista grazie al legame indissolubile che si instaura tra il timbro dello strumento ad arco e le idee compositive. L’op. 24 si apre con un Allegro dove un tema iniziale di serena cantabilità rende ben giustizia all’epiteto stagionale. Una seconda idea dal piglio più marcatamente ritmico arricchisce la partitura di contrasti, anche in chiave tonale, nell’ampia sezione elaborativa centrale. Il primo tema fa infine la sua ricomparsa nella suggestiva coda che conduce il movimento alla sua trionfale conclusione. L’Adagio molto espressivo successivo rappresenta un idillico momento di intima riflessione preludio allo Scherzo. Allegro molto centrale che grazie al sapiente contrasto di incisi ritmici anacrusici e tetici dona freschezza argentina al brano. La sonata si chiude con un Rondò. Allegro ma non troppo rispettoso del modello canonico A-B-A-C-A-B’-A. 

 

Franz Schubert (Vienna 1797 – 1828)
Rondò D 895

Andante. Allegro

Sia il Rondò D. 895 in si minore per violino e pianoforte che la Fantasia in Do maggiore op. 159, composti da Franz Schubert rispettivamente nell’ottobre del 1826 e nel dicembre del 1827, non si discostano molto in termini di stile rispetto ai brani precedenti dell’autore per il medesimo organico. Si tratta infatti di opere dove la componente virtuosistica dello strumento solista risulta essere un aspetto privilegiato ed evidente. Tuttavia, come accade spesso nella musica del compositore viennese, al di sotto di una superficie ornata e scintillante si nasconde una sofisticata ricerca armonica e ritmica. Tale merito venne riconosciuto anche dal recensore che descrisse l’opera sul Wiener Zeitschrift für Kunst il 7 giugno 1828 con queste parole: "... Benché appartenga di diritto alla categoria dei pezzi brillanti, questo lavoro, a differenza di tante composizioni moderne, non deve la sua esistenza a semplici figure stravolte in mille contorsioni diverse che ci affaticano lo spirito e nient'altro. Siamo stati trasportati in alto sulle ali possenti di una fantasia musicale inesauribile; pianoforte e violino richiedono interpreti d'eccezione, che siano all'altezza di eseguire passaggi che non dal numero delle ripetizioni hanno ottenuto, per così dire, il diritto di cittadinanza, ma dal succedersi ininterrotto di idee nuove ed ispirate …”. Il Rondò D. 895 venne composto per il virtuoso cecoslovacco del violino Josef Slawjk, molto stimato dall’autore e si articola in due movimenti consequenziali dal carattere contrapposto. L’Andante iniziale presenta un’atmosfera orgogliosa e ricca di tensione mentre nell’Allegro seguente, il solista può dare sfogo a tutto il proprio repertorio tecnico all’insegna di una sfrenata vivacità fino alla virtuosistica ed affermativa conclusione.  

 

Gabriel Fauré (Pamiers 1845 – Parigi 1924)
Sonata n. 1 op. 13

I Allegro molto 

II Andante 

III Scherzo, allegro vivo 

IV Finale, allegro quasi presto 

La composizione della sonata per violino e pianoforte op.13 viene fatta risalire al biennio 1875 – 1876 periodo in cui sembrerebbe che Faurè nutrisse un sentimento non corrisposto per la figlia della celeberrima cantante Pauline Viardot, dedicataria dell’opera. L’opera segue l’impianto classico articolandosi in quattro movimenti. L’Allegro molto iniziale si apre con un lungo assolo di pianoforte la cui voce si porrà in rapporto estremamente dialettico con quella suadente del violino nel corso di tutto il movimento, sviluppando un discorso musicale dallo slancio schumanniano ed approdando infine ad una affermativa conclusione. Segue un Andante basato su un ritmo di barcarola dalle linee melodiche intrecciate e molto espressive. L’Allegro vivo centrale è uno Scherzo dal carattere leggero e brioso dove il dialogo fra le voci crea una sofisticata filigrana di intrecci che culmina nell’elegante conclusione. L’op. 13 si conclude con un Finale, allegro quasi presto in forma di Rondò, dal ritmo puntato e dalle molteplici trasformazioni espressive che conducono la sonata alla sua brillante conclusione

 Fritz Kreisler  (Vienna 1875 – New York 1962)                                                                        Rhapsodic Viennese Fantasietta

Quando nel 1938 l’Austria venne annessa alla Germania da parte dei nazisti, Fritz Kreisler accettò l’offerta di cittadinanza del governo francese. Tuttavia l’anno seguente, in seguito all’apertura delle ostilità, il compositore si trasferì in via definitiva negli Stati Uniti. Sebbene venga ricordato principalmente per le sue straordinarie doti violinistiche, Kreisler fu anche un autore prolifico ed un operoso trascrittore per il proprio strumento. Tra la sua produzione si ricordano un quartetto d’archi, un concerto per violino, due operette, numerose cadenze per concerti di Brahms, Mozart, Beethoven e altri. Tuttavia tra i suoi brani più noti risultano una serie di piccole composizioni per il proprio strumento. L’autore infatti scrisse una nutrita quantità di queste miniature prendendo spesso in prestito brani da compositori del passato per farne delle trascrizioni o scrivendoli di proprio esclusivo pugno, toccando generi e stili tra i più vari e disparati. Kreisler trovava l’ispirazione per questi lavori basandosi sul suo amore per la bellezza ed il violino, sostenendo che qualunque sentimento potesse essere proiettato da un animo all’altro attraverso la musica, identificata dal compositore come la forma d’espressione più libera ed immediata per le emozioni umane. Nella sua dolce e malinconica Rhapsodic Viennese Fantasietta, composta tra il 1941 ed il 1942, in un caleidoscopico turbinio di colori e sensazioni la musica trasporta l’ascoltatore nei tempi migliori della giovinezza dell’autore evocando lo spirito gioioso ed energico del valzer viennese.

 

Jacopo Toso

Curiosando

1802

  • Beethoven compone la sua seconda Sinfonia op. 36 in Re Magg
  • Francia: con un plebiscito Napoleone viene confermato console a vita 

1826

  • Ludwig van Beethoven compone il suo Quartetto per archi n.14 in Do # min op. 131
  • Joseph Nicéphore Niépce scatta in Francia la prima foto al mondo, usando la tecnica dell'eliografia.

1876

1941

  • Olivier Messiaen compone il suo “Quatuor pour la fin du Temps” nel campo di prigionia Stalag VIII A in Slesia
  • 21 giugno: la Germania dichiara guerra all'URSS